La nuova formulazione della normativa in vigore da gennaio prevede che le auto elettriche, quindi emissioni zero, vengano valorizzate con un coefficiente del 10%, le ibride plug-in al 20% (con un beneficio rispetto alla normativa attuale tra il 5 e il 10%). Tutte le altre tipologie di alimentazione, indipendentemente dalle emissioni, vedranno applicato un coefficiente del 50%: auto full hybrid, mild hybrid, bifuel a GPL, termiche prive di qualsiasi forma di elettrificazione.
La metodologia di calcolo del valore del fringe benefit considera una percorrenza annua di 15.000 chilometri, da moltiplicare per il costo al chilometro previsto dalle Tabelle ACI (vedile sotto). I costi di esercizio sono stimati su un profilo medio che include anche il premio RCA, variabile in base alla residenza, classe di merito considerata e tipologia di automobilista.
Eccole suddivise per Motorizzazione
Auto in produzione
- Tabelle Aci 2025-autoveicoli-benzina-in produzione
- Tabelle-Aci-2025- autoveicoli- ibrido-benzina-in produzione
- Tabelle-Aci-2025-autoveicoli-gasolio-in produzione
- Tabelle-Aci-2025-autoveicoli- ibrido-gasolio-in produzione
- Tabelle-Aci-2025-autoveicoli- ibrido-plugin-in produzione
- Tabelle-Aci-2025-auto-alettriche-in produzione
- Tabelle-Aci-2025-autoveicoli-benzina-gpl-in produzione
Auto non più in produzione
- Tabelle-Aci-2025-autoveicoli-benzina-fuori-produzione
- Tabelle-Aci-2025-autoveicoli-gasolio-fuori-produzione
- Tabelle-Aci-2025-autoveicoli-ibrido-benzina-fuori-produzione
- Tabelle-Aci-2025-autoveicoli -ibrido-plugin-fuori-produzione
- Tabelle-Aci-2025-autoveicoli-elettrici-fuori-produzione
- Tabelle-Aci-2025-autoveicoli-ibrido-gasolio-fuori-produzione
- Tabelle-Aci-2025-autoveicoli-benzina-metano-fuori-produzione
Altri veicoli
La never ending story dei fringe benefit
20 Febbraio 2025
Nuovi Fringe Benefit per le auto aziendali, caro governo ti scrivo: “Ecco come rivedere la normativa”
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che le Associazioni, Anfia, Aniasa e Unrae hanno inviato al Governo per “portare alla Vostra attenzione le gravi problematiche sia per il settore commerciale ed industriale automotive che per aziende e dipendenti, derivanti dalla nuova disciplina dei fringe benefit per autovetture aziendali, introdotta dal comma 48 della Legge 30 dicembre 2024, n. 207 (Legge di Bilancio 2025). Come evidenziato nel documento in allegato, le modifiche apportate all’art. 51, comma 4, del TUIR, in particolare l’aumento dell’aliquota fiscale al 50% per tutti i veicoli non ricaricabili, rischiano di generare pesanti aggravi economici per i lavoratori dipendenti e di compromettere la produzione nazionale di autovetture (la Panda è la principale auto aziendale) e il mercato delle flotte aziendali, che nel 2024 ha rappresentato il 42% delle immatricolazioni complessive.
Le nuove disposizioni, inoltre, sembrano contraddire il principio di neutralità tecnologica, da sempre sostenuto dalle nostre Associazioni e dal Governo italiano a livello europeo, in quanto basate sulle tipologie di alimentazione anziché sulle emissioni effettive dei veicoli.
Facendo seguito anche a quanto accaduto durante i lavori parlamentari del cd. Decreto Milleproroghe, riteniamo indispensabile un confronto diretto con i vostri Gabinetti e le Direzioni Generali interessate, per illustrare nel dettaglio le problematiche evidenziate e discutere le nostre proposte di revisione della normativa, volte a tutelare i lavoratori, le imprese e l’intera filiera produttiva e commerciale italiana.
Confidando in un Vostro cortese riscontro, restiamo a disposizione per qualsivoglia necessità di chiarimento e per l’organizzazione di un incontro”
Firmata Alberto Viano
17 Febbraio 2025
Aniasa sul Milleproroghe: confermata l’immotivata stretta sulle auto aziendali
Come abbiamo anticipato in questo articolo (Bocciati tutti gli emendamenti sulle nuove aliquote per le auto aziendali: la stangata non si posticipa…) c’è stupore e sgomento tra le associazioni di categoria rispetto all’ennesima stretta sulle auto aziendali. Questa volta attraverso la rimodulazione delle aliquote dei fringe benefit che che vanno a penalizzare tutte le auto termiche a parte, chissà poi su quali basi (leggi: Cambiano i test per le auto ibride ricaricabili: consumeranno di più), che Aniasa stigmatizza: “Una scelta immotivata che finisce per danneggiare la mobilità delle nostre imprese (già penalizzate dal punto di vista fiscale rispetto ai competitor europei), l’industria automotive per la conseguente riduzione di nuove immatricolazioni, il rinnovo del parco circolante e l’Erario (che incasserà oltre 125 milioni in meno solo per quest’anno)”.
Dopo il cambio di aliquote, neppure le clausole di salvaguardia
La scelta della Commissione Affari Costituzionali del Senato di respingere e far ritirare gli emendamenti che intendevano rivedere l’impatto della stretta sulle auto aziendali in fringe benefit prevista nell’ultima Legge di Bilancio “è immotivata” anche perché “c’è il rischio che la precedente regolamentazione, sostituita da quella entrata in vigore il 1° gennaio di quest’anno, non sia più applicabile alle auto assegnate e immatricolate fino al 31 dicembre 2024. Ciò in quanto si è intervenuti sul Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi) senza prevedere una specifica clausola di salvaguardia del pregresso. In concreto, le vetture consegnate fino al 31 dicembre 2024 non potrebbero più beneficiare nel 2025 della determinazione forfettaria del valore del fringe benefit basata sulle tabelle Aci. Un passo indietro al regime analitico del 1997! Ciò comporterebbe, in molti casi, un significativo aumento degli imponibili fiscali e, di conseguenza, della tassazione per questi soggetti, nonostante si tratti degli stessi veicoli già concessi in uso dall’azienda Il Governo non può non raccordare la normativa in materia, mantenendo quindi invariata la disciplina fiscale per le assegnazioni effettuate prima del 1° gennaio 2025, come si desume indirettamente dalla relazione tecnica alla Legge di Bilancio 2025. Serve, subito, una conferma esplicita da parte del legislatore, evitando quelle incertezze che porterebbero al ritorno al vetusto ed oscuro sistema del rimborso chilometrico”.
Nuove aliquote di Fringe benefit: aumenti medi da 1.600 euro
Con l’entrata in vigore della norma, prendendo in considerazione i veicoli aziendali più noleggiati, Aniasa ha fatto una stima di un aumento annuo del valore imponibile del benefit auto in media di ben 1.600 euro, un +67% rispetto allo scorso anno. Con i dipendenti della classe media i più penalizzati.
13 Febbraio 2025
Bocciati tutti gli emendamenti sulle nuove aliquote per le auto aziendali: la stangata non si posticipa…
I tre emendamenti riguardanti le nuove aliquote per i fringe benefit sulle auto aziendali non ce l’hanno fatta. Uno è stato ritirato dal Governo stesso, mentre gli altri due sono stati respinti dalle Commissioni Riunite per gli Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni (I) e del Bilancio, tesoro e programmazione (V). Una doccia fredda per un settore che certamente si attendeva una maggior attenzione da questo nuovo esecutivo, più volte annunciato a parole ma che invece andrà ulteriormente colpire un mercato già in sofferenza.
La reazione (piccata) del settore
Da Aniasa evidenziano inoltre che “incomprensibilmente è stato respinto anche l’emendamento più saggio, quello per la salvaguardia del circolante. Ed era un atto per davvero dovuto in quanto manteneva legislativamente applicabile al parco auto immatricolato e concesso in uso al 31 dicembre 2024 la precedente regolamentazione. Adesso senza una così detta norma di salvaguardia c’è il forte rischio che per le assegnazioni di veicoli effettuate fino al 31 dicembre 2024 trovino applicazione i principi di carattere generale stabiliti dall’art. 51, comma 3 del TUIR, senza cioè la possibilità di utilizzare la determinazione forfettaria sulla base delle tariffe ACI”.
Cosa prevede il decreto Milleproroghe
Ricordiamo che il decreto Milleproroghe è passato attraverso ben 1270 emendamenti al testo originario. Tra cui ben 283 sono stati approvati. Ma non quelli che interessano al mondo delle auto aziendali. Malgrado generiche rassicurazioni che le associazioni di settore, in Primis, avevano avuto dopo un incontro al Mef.
30 Gennaio 2025: La speranza continua…
Nuove aliquote dei fringe benefit per le auto aziendali: ammissibili i tre emendamenti, discussione il 17 febbraio
Dopo la segnalazione, l’ammissibilità. I tre emendamenti presentati al decreto Milleproroghe che puntavano a posticipare l’entrata in vigore delle nuove aliquote per i fringe benefit sulle auto aziendali, ormai definite con l’ultima Legge di Bilancio (e che ci legge ben sa che “premia” full electric e plug-in hybrid e penalizza tutte le altre, supercar escluse come scritto qui) hanno ricevuto la bollinatura dell’ammissibilità.
I tre emendamenti
I tre emendamenti passati all’ultimo grado di giudizio sono stati il 3.63 che ha come firmatario Ternullo di Forza Italia, insieme ai colleghi Paroli e Silvestro, il 3.64, presentato dal piddino Casu, e il 3.139, firmato da Dieter Steger. Tutti puntavano a posticipare almeno al 30 giugno prossimo l’entrata in vigore delle nuove aliquote sui nuovi contratti di noleggio.
28 Gennaio 2025: Una scintilla di speranza…
Auto aziendali, segnalati i tre emendamenti sulle nuove aliquote dei fringe benefit. Continua la suspence…
Uno stillicidio. Ma che, si sperava, potesse andare a buon fine. I tre emendamenti – tra i 1270 presentati – che puntavano a posticipare l’entrata in vigore delle nuove aliquote per i fringe benefit sulle auto aziendali, definite con l’ultima Legge di Bilancio, furono “segnalati” per passare dalle forche Caudine della “ammissibilità”.
Auto aziendali: il confronto tra vecchie e nuove aliquote per i Fringe Benefit
2025 | 2024 |
Auto elettriche: 10% | Fascia di emissioni 0-60 gr/km (Full Electric e ibride Plug-In): 25% |
Auto ibride Plug-In: 20% | Fascia di emissioni 61-160 gr/km (ibride): 30% |
Ibride (anche full e mild), Gpl e metano: 50% | Fascia di emissioni 161 a 190 gr/km (benzina e diesel): 50% |
Fascia di emissioni >191 gr/km (“supercar”): 60% |
25 Gennaio 2025: da Sanremo alla Camera…
Fringe benefit: tre emendamenti per posticipare le nuove aliquote sulle auto aziendali. Uno su mille ce la fa…
La nuova ondata di emendamenti per il DDL Milleproroghe, 1.270, sembra vengono annunciati come canzoni alla kermesse canora sanremese: di Ternullo, Paroli, Silvestro l’emendamento 3.63, che voleva posticipare le nuove aliquote dei fringe benefit per “gli autoveicoli indicati nell’ articolo 54, comma 1, lettere a), c) e m), del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, i motocicli e i ciclomotori, concessi in uso promiscuo” con contratti stipulati a decorrere dal 1° luglio 2025.
Di Manca, Lorenzin, Misiani e Nicita l’emendamento 3.64, che interessava sempre il comma 14, dove nel 14 Ter si dice: “Per i veicoli concessi in uso promiscuo con contratti stipulati entro il 30 giugno 2025, resta ferma l’applicazione della disciplina dettata dall’articolo 51, comma 4, lettera a) del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, nel testo vigente al 31 dicembre 2024“.
Di Garavaglia, Tosato, Spelgatti il 3.65, l’emendamento che avrebbe spostato ancora più in là l’entrata in vigore delle nuove aliquote dei fringe benefit, chiedendo di modificare l’ormai conosciuto comma 14, dal “1° gennaio 2025” al “1° gennaio 2026“.
24 Gennaio 2025: si spinge per un rinvio
Note spese e nuova fiscalità auto aziendali, c’è chi spinge per un rinvio
Sembrava tutto apparecchiato per “combattere” i furbetti delle note spese e, lato auto aziendali, spingere per l’elettrificazione obtorto collo delle flotte, privilegiando full electric e plug-in hybrid. Ma, qualcuno, invece, forse spaventato dalle previsioni delle associazioni di settore che, con le nuove aliquote di fringe benefit, vi sarebbe stato un crollo di nuove immatricolazioni e quindi minori entrate fiscali – con una decisa pressione di Confindustria (DL Proroghe_emendamento auto aziendali) – i politici, e pare quelli della Lega in particolare, si sono lanciati a rivedere queste norme a colpi di emendamenti (ve ne sono oltre 1.200).
18 Dicembre 2024: emendamenti inammissibili
Legge di Bilancio 2025: ennesima stretta sulle auto aziendali. Inammissibili tutti gli emendamenti
La Legge di Bilancio 2025 non ha tenuto conto dei dubbi delle aziende e degli allarmi della filiera. Risultato? Un’ennesima stretta nelle nuove immatricolazioni, con contratti a noleggio allungati il più possibile, con – alla fine quello che interessava alla Ragioneria dello Stato – minori entrate fiscali. Tutti gli emendamenti su questo tema, anche quello che posticipava di 6 mesi l’entrata in vigore delle nuove aliquote ma solo per le auto già ordinate, sono stati ritenuti inammissibili.
Legge di Bilancio 2025: chi vince e chi perde
A dir tutta la verità qualcuno potrebbe vincere in questa guerra (dei poveri, aggiungo io), ovvero i costruttori di auto elettriche e plug-in hybrid, le uniche a ricevere un trattamento di favore con aliquote per il fringe benefit rispettivamente al 10 e al 20%, mentre verranno penalizzate tutte le altre auto termiche, anche quelle full hybrid, che tanto negli ultimi due anni erano piaciute al mondo aziendale, con aliquote al 50%. Uno schiaffo a quella tanto decantata neutralità tecnologica che questo Governo dichiara, almeno a parole, di perseguire. Una beffa atroce a chi vuole investire in questo settore.
L’allarme di Aniasa
L’associazione confindustriale di categoria, Aniasa, lancia l’allarme: gli alti dirigenti che guideranno auto con emissioni di CO2 oltre 190 gr/km (supercar e big suv insomma…) avrebbero un risparmio di 700 euro per sé e altri 400 di contributi Inps per l’azienda, coloro che guideranno auto con emissioni tra 160 e 190 gr/km pagherebbero poco di più rispetto a prima mentre la così detta classe media – quella, sempre a parole, che il Governo Meloni vorrebbe tutelare – avrebbe un aggravio di oltre mille euro per il driver e di 600 euro per l’azienda. E tutto ciò, stima sempre Aniasa, comporterà 80mila auto immatricolate in meno nel 2025, pari al 5% del mercato auto totale.
13 Dicembre 2024: depositato l’articolo maledetto
Tassazione dell’auto aziendale 2025: al sicuro gli ordini entro il 31 dicembre 2024
Nell’Articolo 7 del disegno di legge di bilancio depositato alla Camera lo scorso ottobre è stata introdotta una modifica della tassazione dell’auto aziendale ad uso promiscuo. Nello specifico, per riassumere, la nuova proposta del governo Meloni – oltre a cambiare le fasce fiscali, passando da una suddivisone basata sul criterio delle emissioni ad una puramente “meccanica”, ovvero tenendo conto della sola alimentazione – rimodula i coefficienti fiscali per l’auto ad uso promiscuo stessi, avvantaggiando (e di molto) le auto elettriche e Plug-In. Ma, soprattutto, penalizzando in modo rilevante le motorizzazioni ibride pure (mild e full), quelle, cioè, su cui hanno puntato tantissime aziende nella delicata fase di transizione al full electric. Ne abbiamo parlato in modo in modo approfondito in questo articolo, con Stefano Sirocchi, HR&Fleet specialist e Partner di Sirocchi Consulting, e Pietro Teofilatto, Direttore Area Fisco ed Economia ANIASA.
L’auto ad uso promiscuo, così, verrebbe a costare significativamente di più, sia per il dipendente che per la azienda che concede la vettura in benefit, ma molti Fleet Manager si sono, ovviamente, chiesti: da quando – soprattutto, su quali vetture – sarà applicata la nuova regola?
Se infatti la data di inizio è chiara: la nuova norma sarà in vigore dal 1° gennaio 2025, in merito alle vetture che dovranno sottostare ai nuovi coefficienti c’è stata fin da subito grande incertezza. Si parla delle auto ordinare e immatricolate dopo il 1° gennaio 2025, o gli ordini inviati prima del 31 dicembre 2024 – seppur immatricolati dopo questa data, restano nella vecchia normativa? E ancora, le vetture già immatricolate, ma assegnate solo dopo il 1° gennaio?
Fleet Manager, noleggiatori, lavoratori e associazioni di categoria hanno chiesto al governo chiarezza ed emendamenti che regolassero in modo chiaro il nuovo regime fiscale. Emendamenti che, ad oltre un mese dalla pubblicazione della bozza di ddl, dovrebbero arrivare.
Nuovi coefficienti solo per gli ordini del 2025
Il 13 dicembre infatti dovrebbe essere presentato alla Commissione Bilancio della Camera un emendamento per fare chiarezza. In particolare, specificando che per tutti i veicoli ordinati fino al 31 dicembre 2024 continuerà ad applicarsi l’attuale sistema di calcolo del costo chilometrico.
Quindi, per le vetture concesse in uso promiscuo dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2024 (periodo di validità della precedente norma) e a tutte quelle concesse ai dipendenti (risultano ordinati dai datori di lavoro) nel primo semestre 2025 non ci saranno aumenti.
28 Novembre 2024: le prime preoccupazioni
La tassa sulle auto aziendali è un autogol? Ecco perché potrebbe costare caro a tutti
La nuova tassa sulle auto aziendali prevede un aumento della tassazione sui fringe benefit delle auto aziendali, con un incremento medio del 67% del valore imponibile per le vetture tradizionali. «Un autogol che graverà sui redditi medio-bassi e sulle imprese, rallentando il ricambio del parco circolante e colpendo un settore già in difficoltà,» avverte Alberto Viano, Presidente di ANIASA.
Le agevolazioni per vetture elettriche e ibride plug-in sono positive, ma il provvedimento penalizza comunque l’85% delle auto aziendali in uso, fondamentali per la mobilità dei lavoratori.
Mercato e transizione ecologica in stallo
Le aziende, già sotto pressione per l’aumento dei costi, potrebbero scegliere di prorogare i contratti di noleggio esistenti o mantenere le vetture attualmente assegnate, rinviando così l’acquisto di modelli più sostenibili. «Il rischio è evidente: un calo drastico delle immatricolazioni, con 60.000 auto in meno per il noleggio a lungo termine e 15.000 per gli acquisti aziendali,» sottolinea ANIASA.
Questo freno non compromette solo la sostenibilità ambientale, ma anche un settore cruciale per l’economia, in cui le flotte aziendali rappresentano il 40% delle nuove immatricolazioni.
Un buco da 125 milioni per l’Erario
Il mancato rinnovo delle auto aziendali non si limita a rallentare il mercato e la transizione ecologica: i numeri indicano una perdita di 125 milioni di euro per lo Stato nel 2025. «È urgente rivedere il provvedimento, prevedendo un aumento graduale che non penalizzi il parco circolante attuale,» conclude Viano. «Le auto aziendali sono strategiche per il rinnovo del parco auto, per l’economia e per il raggiungimento degli obiettivi ambientali.» L’appello di ANIASA è chiaro: intervenire subito per evitare un danno a lavoratori, imprese e finanze pubbliche.