In una recente intervista, il presidente di Aniasa, Alberto Viano, ha voluto sottolineare il fatto che “Il noleggio fa l’auto più bella”, perché è più ecosensitive, con una media di emissioni nettamente più basso rispetto al parco auto nazionale e con mezzi più tecnologici e sicuri rispetto a quelli che si trovano sulle strade.
Parafrasando questa definizione potremmo dire che “il noleggio fa – soprattutto – le flotte aziendali più belle”. Flotte delle società rappresentate dai Fleet manager interpellati dalla nostra survey, che contano oltre 133 mila unità, di cui il 78% prese a noleggio a lungo termine (il 22% sono di proprietà e solo l’1% in leasing).

Dato questo che, secondo Viano, è addirittura più basso del mercato, visto che nel corporate le auto da flotta arrivano dal lungo termine anche per il 90%. In ogni caso è appurato che il lungo termine è la miglior modalità per avere una flotta aziendale efficiente, facilmente monitorabile, con mezzi sempre (o quasi) a posto, grazie al fatto che eseguono una manutenzione periodica programmata, e, come evidenziato anche da Viano, più sicure, grazie ad Adas e nuove tecnologie, e più sostenibili, con minori emissioni di CO2 medie.
Derivanti dalla maggior adozione di auto elettrificate, il 15% circa del totale parco auto sono elettriche e il 7% sono ibride, e di tante macchine a gasolio o a benzina mild hybrid o comunque Euro 6.

Proprietà versus Noleggio
Ci sono però alcuni casi in cui vi sono vantaggi per alcune società ad avere auto di proprietà in flotta. Tralasciando ovviamente chi la società magari la possiede e vuole guidare l’ultimo bolide uscito sul mercato – con alte potenze de emissioni ai massimi -, i così detti user chooser, che seguono car policy tutte loro.
Sempre Viano ci ricorda, infatti, che, ad esempio, vi sono alcuni tipi di business, come quello delle società energetiche, che hanno mezzi di proprietà perché…queste le pagano i consumatori, perché si possono inserire nei costi di servizio. Naturalmente queste stesse società posseggono anche mezzi speciali per ragioni manutentive e di servizio, che hanno bisogno di allestimenti ad hoc. E che spesso rimangono in flotta più anni della media.
No alla mono-fornitura
Secondo la survey, la mono-fornitura di un solo noleggiatore è da evitare, per evidenti problemi di mancanza di competizione su costi e servizi. Anche se vi sono realtà che, per la loro appartenenza a multinazionali, centralizzano le gare per tutti i paesi scegliendo un noleggiatore unico. Sono il 6% dei rispondenti che lo fanno.

Per scelta o, principalmente, per imposizione. Il 24% mette in concorrenza almeno due noleggiatori, e succede anche che alcune aziende spacchettino le forniture a seconda delle categorie delle auto assegnate: a quelli più affidabili vengono ordinate le auto per il management, mentre a quelli meno onerosi, si chiedono le auto meno importanti. Un discorso che si può fare anche a chi si affida a tre noleggiatori (il 33% dei rispondenti, il segmento più gettonato) o a quattro (11%).
Anche se in questi casi, come per chi lavora con più di quattro noleggiatori (ben il 26% dei rispondenti) – un mal di testa per molti fleet manager, alle prese con procedure e tecnologie differenti -, c’è naturalmente la quasi certa eventualità che le aziende che fanno bandi periodici sul mercato, cambino necessariamente fornitore a ogni piè sospinto e, avendo una media dei contratti di quattro anni o più, abbiano “rimanenze” di vecchi fornitori. E il mal di testa continua.
Da Ald commentano come “sia chiara la tendenza nel mercato italiano ad un approccio transazionale nella gestione dei fornitori di NLT, più del 60% con oltre 3 fornitori). Tale approccio tende a premiare l’ottenimento del canone mensile più competitivo nel breve, appiattendo (o premiando meno) la qualità del servizio (per gestire molti partner si tende ad appiattirlo) e la capacità di gestione consulenziale a medio/lungo termine del total cost of mobility. Questo è probabilmente acuito dall’incremento dei costi delle vetture e alla volatilità del pricing, che spinge le aziende a ricercare nel mercato la tariffa più bassa nel breve termine”.
Le modalità di ingaggio
La contrattazione diretta con i fornitori esistenti, ed eventualmente con dei nuovi, rimane la modalità di ingaggio più usuale tra le aziende interpellate per il 54% dei rispondenti, molti dei quali hanno sottolineato l’importanza di avere un rapporto precipuo con i Key account manager dei noleggiatori.

E quanto sono essenziali gli eventi di settore per coltivarli nella giusta maniera. Il 35% delle aziende invece indicono bandi periodici aperti a tutti i fornitori che devono rispettare i desiderata dei fleet manager. E che, come scritto sopra, a volte, però, li mettono nei guai, moltiplicando a dismisura il numero dei fornitori. L’8 per cento dei noleggiatori arriva da gare internazionali, mentre il 2% con aste online.
Soddisfatti o rimborsati?
In generale i fleet manager sono soddisfatti dei propri fornitori: il 31% ha detto che gli danno una buona consulenza per la creazione di una corretta car policy/car list, per il 44% questa consulenza è sufficiente, mentre insoddisfatti sono il 25%.

Bisogna però sottolineare che la buona soddisfazione da parte dei fleet manager che lavorano con più noleggiatori è indirizzata soprattutto sui fornitori principali, con minor attenzioni su quelli più piccoli.
Dalla survey emerge fortemente un crescente interesse verso soluzioni alternative, che già da diversi anni abbiamo notato da parte della nostra clientela. L’auto elettrica è ormai una realtà e continua a crescere guidata dal progresso tecnologico e dall’attenzione all’ambiente combinata con normative di limitazione della circolazione dei veicoli termici nei centri cittadini” commenta Marco Girelli, Presidente e Ad di Alphabet.
Soluzioni alternative e consulenza, di cui parla anche Marco Olcelli, Sales Fleet, Logistic & Controlling Manager di Fratelli Giacomel: “Il nostro lavoro è consulenziale sui temi della car policy, car list, fiscalità. Facciamo da trait d’union fra il cliente e la grande società di noleggio, riusciamo a indicare per ogni cliente quale sia il canale più corretto per loro. Le società di noleggio offrono servizi simili ma non uguali, non basta valutare il prezzo ma serve conoscere nel dettaglio anche il tipo di servizio”.
Nodo preassegnazione
Malgrado la soddisfazione generale nei confronti dei noleggiatori, sono tante le aree di miglioramento su cui dovrebbero lavorare. Una su tutte le auto in preassegnazione o sostitutive (per il 39% degli interpellati). Auto che non ci sono. O, se ci sono, non rispettano le tempistiche dei contratti e, soprattutto per le auto dei manager, la stessa categoria a cui loro hanno diritto. I noleggiatori perciò hanno cercato di dotarsi di flottini, in particolare per le preassegnazioni. Come fa, appunto, Fratelli Giacomel: “forniamo i veicoli in preassegnazione tramite la nostra flotta dedicata alle società di noleggio o direttamente alle aziende. Inoltre, se il cliente ha preso l’auto tramite un grande noleggiatore, teniamo traccia del suo ordine, mantenendolo informato riguardo al percorso del suo veicolo” spiega Olcelli.

Ma la mancanza di auto, soprattutto in alcuni periodi, dove spinge anche il breve termine, si fa sentire anche qui. La seconda area di miglioramento è l’amministrazione (per il 23%), per molti ancora troppo burocratica, con procedure non sempre limpide e con passaggi di informazioni a volte difficoltose. Che, naturalmente, il Covid e le lungaggini nelle consegne delle nuove auto non ha aiutato. Ma Girelli, Alphabet precisa che “I nostri clienti cercano flessibilità e soluzioni di mobilità immediate, per cui il Preleasing e i servizi di noleggio a breve e medio termine sono la scelta ideale in quanto permettono di risolvere necessità immediate e straordinarie di mobilità con tutti i servizi e i vantaggi del noleggio a lungo termine. Prodotti come Alphabet Rent, BMW Rent e MINI Subscribe garantiscono un approccio senza pensieri e una mobilità a 360°”.
Per il 22% dei fleet manager della survey i noleggiatori non sono così d’aiuto per la gestione del Total cost of Mobility (TcM), essenziale in questo momento di continui aumenti di listini – e quindi dei canoni – dei carburanti e/o dell’energia, mentre per il 16% vi sono mancanze per il car configurator e per scelta dell’allestimento o dell’auto corretta.
“In un contesto del genere (transizione green, volatilità del mercato, shortage di prodotto) la consulenza è più che mai un requisito fondamentale, che necessariamente deve cambiare passo e fornire un supporto differente rispetto a quanto avveniva prima, per supportare le car policy in un mondo così complicato. ALD Automotive punta molto sulla fleet consultancy riuscendo ad offrire un servizio molto apprezzato e allineato alle sfide attuali” sottolineano da ALD.
L’importanza della manutenzione
Una parte molto delicata per i noleggiatori secondo i fleet manager è la rete di manutenzione. Tema che trarremo in maniera più approfondita nell’articolo seguente. Manutenzione che è anche essenziale per poter aprire le porte alle loro flotte ai nuovi brand. E a quelli cinesi in particolare. Perché il post vendita è uno die punti dirimenti nel successo, o meno, di una proposta di mobilità. Sia questa a noleggio o in proprietà. Secondo i nostri interlocutori, comunque, i noleggiatori si sono dati da fare per curare questa voce, con il 33% ben soddisfatti del servizio più un 44% che lo reputano sufficiente. Il restante 23% non è contento.
